Maria Pennetta - 31-05-2012
Chissā se coloro i quali ragionano di scuola sui media hanno mai riflettuto su quel provare a condurre in porto tutti quanti gli alunni, di cui parla Lodoli, cercando di non perderne nessuno (nemmeno il pirata con l' uncino), chissā se hanno qualche volta sospettato l'esistenza di quella cipolla fatta di paura, preoccupazione, insoddisfazioni varie, con cui i ragazzi entrano in classe e che, secondo la metafora di Pennac, deve essere pelata prima di iniziare la lezione.
Questo dubbio si alimenta leggendo certi articoli, pubblicati da quotidiani anche a larga diffusione, in cui capita di vedere sovrapposto alla scuola di oggi il ricordo della belle classi di un tempo: improbabile paragone con una realtā assai remota, che ben poco ha da spartire con quella attuale.
Anche prescindendo da essi, perō, sui giornali si parla quasi sempre di scuola con superficialitā : si pubblicano notizie orecchiate, si privilegia il folclore o la nota di colore, si riportano senza alcuna analisi critica, o tentativo di contestualizzazione, i dati di ricerche internazionali.
Questo dubbio si alimenta leggendo certi articoli, pubblicati da quotidiani anche a larga diffusione, in cui capita di vedere sovrapposto alla scuola di oggi il ricordo della belle classi di un tempo: improbabile paragone con una realtā assai remota, che ben poco ha da spartire con quella attuale.
Anche prescindendo da essi, perō, sui giornali si parla quasi sempre di scuola con superficialitā : si pubblicano notizie orecchiate, si privilegia il folclore o la nota di colore, si riportano senza alcuna analisi critica, o tentativo di contestualizzazione, i dati di ricerche internazionali.
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